Per la ricerca di una sempre maggior sicurezza negli ambienti, anche per
particolari tecnici o meccanici, sempre più spesso viene richiesta l'autoestinguenza del
materiale impiegato.
Il comportamento al fuoco delle materie plastiche é valutabile in modi differenti a secondo
delle normative prese in considerazione sia per i diversi metodi di prova usati, sia per la
possibilità di variare il comportamento al fuoco dei materiali con l'aggiunta di ritardanti
di fiamma ovvero additivi che hanno lo scopo di ritardare la propagazione della fiamma.
In genere questi additivi sono composti da alogenati o fosforo.
Tali additivi però pur dando autoestinguenza ai materiali, durante la
combustione danno origine a fumi con elevato grado di tossicità e di opacità che rendono
difficile la possibilità di fuga in caso di incendio.
Inoltre i fumi sprigionati sono altamente corrosivi e possono intaccare e rendere
inutilizzabili apparecchiature elettriche o elettroniche di rilevazione o soccorso.
Per cui ha perso sempre più valore la semplice resistenza alla fiamma, per un aumento di importanza degli effetti che questa, bruciando il materiale plastico ha sull'ambiente circostante, come la densità dei fumi sprigionati, la loro tossicità e il limite di ossigeno.
L'esperienza ha ormai confermato che nella maggioranza dei casi é più dannoso un materiale plastico che pur essendo autoestinguente bruciando per ignizione sprigiona fumi densi e gas tossici, che un materiale con un potere autoestinguente inferiore ma che non rilasci fumi dannosi.
Valutazioni su vari incidenti causati dal fuoco in locali pubblici, metropolitane ecc... hanno indicato i fumi e i gas tossici come le cause predominanti di situazioni di pericolo per l'uomo, inoltre si è sperimentato che alcuni ritardanti alla fiamma, i polibromodifenilteri sprigionano diossine e furani altamente tossici e pericolosi.
Per questo nel caso si voglia determinare il tipo di materiale utilizzabile si valuti oltre alle normative in vigore il tipo di prodotto la sua collocazione ambientale, la presenza o meno di alogenuri o ritardanti di fiamma nel polimero.
Nella tabella seguente sono elencati i valori di autoestinguenza, per l'indice di ossigeno e la temperatura di autoaccensione riferirsi ai produttori.
Grado di estinguenza secondo UL 94 dei polimeri non modificati.
Le prove secondo la Underwriters Laboratories Americana sono le più
usate per determinare l'infiammabilità di un polimero plastico.
E' necessario specificare se il materiale plastico é addizionato di ritardante di
fiamma o alogen-free.
Sigla DIN
Spessore provino
Grado di estinguenza UL94
ABS
3 - 6 mm
HB
PA6
3 - 6 mm
HB - V2
PA6 GF.20
3 - 6 mm
PA66
3 - 6 mm
HB - V2
PA66.6
3 - 6 mm
HB - V2
PA6 G
3 - 6 mm
HB - V2
PA6 G HR
3 - 6 mm
HB
PA6 G OIL
3 - 6 mm
HB
PA11
3 - 6 mm
V2
PBT
3 - 6 mm
PC
3 - 6 mm
HB - V2
PE 300
3 - 6 mm
HB
PE 500
3 - 6 mm
HB
PE 1000
3 - 6 mm
HB
PEEK
3 - 6 mm
PES
3 - 6 mm
V0
PET
3 - 6 mm
HB
POM c
3 - 6 mm
HB
PPO m
3 - 6 mm
HB
PP
3 - 6 mm
HB
PTFE
3 - 6 mm
V0
PVC
3 - 6 mm
HB
PVDF
3 - 6 mm
V0
HB
Consiste nel misurare il tempo in cui il provino di materiale
plastico di spessore specificato montato orizzontalmente continua a bruciare dopo che
sia stato investito dalla fiamma di un Bunsen per 30 sec.
Secondo la UL 94 HB (Horizontal Burning ) il materiale è classificato
HB quando il provino con spessore 3 mm brucia ad una velocità massima di 76 mm/minuto.
V0 , V1 , V2
La prova consiste nel misurare il tempo in cui il provino di materiale plastico montato verticalmente di spessore specificato (3-6 mm) continua a bruciare dopo che sia stato investito dalla fiamma di un Bunsen per 10 sec.